Dante, Inferno, Canto IV. Oscura e profonda era e nebulosa tanto che, per ficcar lo viso a fundo, io non vi discernea alcuna cosa. Dante, Inferno IV. Non era lunga ancor la nostra via di qua dal sonno, quand’io vidi un foco ch’emisperio di tenebre vinci. Venimmo al piè d’un mobile castello, Sette volte cerchiato d’alte mura, Difeso intorno d’un bel fiumicello. Inferno, Canto IV.Questo passammo come terra dura; Per sette porte entrai con questi savi : Giugnemmo in prato di fresca verdura. Inferno, Canto IV.Per altra via mi mena il savio duca, Fuor de la queta, ne l’aura che trema. E vegno in parte ove non è che luca. Inferno, Canto IV. Io veni in loco d’ogne luce muto, Che mugghia come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto. Inferno, Canto V.Inferno, Canto VII. Noi ricidemmo il cerchio a l’alta riva Sovr’ una fonte che bolle e riversa Per un fossato che da lei deriva.Inferno, Canto VII. L’acqua era buia assai piú che persa; E noi, in compagnia de l’onde bige, Intrammo giú per una via diversa.Inferno, Canto VII. In la palude va c’ha nome Stige Questo tristo ruscel, quand’ è disceso Al piè de le maligne piagge grige. Venimo al pié d’una torre …