La Commedia, Inf., Canto Primo
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l’acqua perigliosae guata,
cosí l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
Mentre ch’i’ rovinava in basso loco,
dinanzi a li ochi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco.
e poi che mosso fue,
intrai per lo cammino alto e silvestro.
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’ aura senza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.
Finito questo, la buia campagna
tremò sí forte, che de lo spavento
la mente di sudore ancor mi bagna.
La terra lagrimosa diede vento,
che balenò una luce vermiglia
la qual mi vinse ciascun sentimento;
e caddi come l’uom cui sonno piglia.